L'importanza
del Saluto
Intere
generazioni, inclusa la mia, sono cresciute considerando il saluto un vero e
proprio dovere. Bastava non salutare per sentirsi dire "maleducato".
Forse in tanto zelo c’erano una punta di rigidità e qualche ipocrisia, ma non
so quanto sia preferibile l’indifferenza in cui ci capita di scivolare tante
volte oggi, quando salutare diventa uno sforzo.
Facciamo
fatica a rivolgere il "buongiorno" ai vicini di casa, alle commesse
nei negozi e anche in famiglia o con gli amici capita di salutarci in modo
fiacco e poco convinto. Gli alibi non mancano, e a volte sono alibi di ferro.
Siamo sempre indaffarati e forse anche un po’ infastiditi, perché sono tante le
occasioni di contatto forzato con le altre persone: sui mezzi pubblici, in coda
alla posta o al supermercato, quando magari avremmo voglia solo di silenzio e
di isolamento.
A dirla
tutta, però, spesso siamo semplicemente troppo presi da noi stessi per lasciar
entrare nel nostro piccolo universo qualcuno che non è previsto o desiderato.
Se poi questo qualcuno compare in momenti per noi inopportuni, tutto abbiamo
voglia di fare tranne che accoglierlo, fosse anche con un cenno del capo.
Il saluto è
infatti il primo ponte verso un altro essere umano, la più basilare espressione
di riconoscimento. Nella forma confidenziale di "ciao", nel neutro
"buongiorno", nelle varianti amichevoli della pacca sulla spalla e
dell’abbraccio, nelle sfumature che rendono unico ogni sorriso, salutare
segnala sempre all’altro che abbiamo percepito la sua presenza, che la sua
esistenza si staglia dallo sfondo e in qualche modo ci intercetta.
Quando
qualcuno ci saluta ci sentiamo visti. Nei casi più felici, ci sentiamo
apprezzati. Sappiamo bene che la mattinata sembra predisporci al positivo se
nel primo sguardo scambiato con chi amiamo ci sono davvero la voglia di
ritrovarsi e la gratitudine per essere ancora insieme. Ma anche quando in gioco
ci sono persone meno vicine, il gesto di salutare può avere un impatto
fortissimo. Un semplice saluto può infondere un briciolo di fiducia nell’animo
di una persona triste o piegata da qualche peso. Nella più banale delle
ipotesi, salutando avremo offerto un po’ di gentilezza. Una qualità che sembra
passata di moda e che, non so voi, io continuo a trovare irrinunciabile.
